LA FESTA DELL’ASSUNTA E LA GARA DELLA BALESTRA
L’altra festa che nel Quattrocento risulta dai documenti celebrata con manifestazioni particolarmente solenni è la festa dell’Assunta.
In questa occasione venivano eletti i consoli e i notai delle Arti che poi dove vano sfilare in processione per le vie della città il giorno di Ferragosto.
Il Comune rinnovava i vestiti verdi e rossi di famuli, bayli e trombettieri e, nel 1453, su proposta di Angelo Giocosi, deliberò una gara delle balestre con i seguenti regolamenti: “In onore della festa della gloriosa Vergine Maria, per decoro di questa città e infine per incoraggiare il popolo ad acquistare e possedere le balestre, che sono molto utili e necessarie per la difesa della nostra città, ogni anno nella festa della predetta Vergine Maria del mese di agosto, nella piazza delle colonne, a spese del comune, per la gara del tiro con la balestra sarà messa in palio una balestra, del valore di due fiorini d’oro, che verrà assegnata a chi avrà tirato la freccia più vicina al bersaglio. Al secondo, che dopo il primo, avrà tirato la freccia più vicina al bersaglio, verrà data una faretra con le frecce con le quali si sarà gareggiato. Non possono partecipare al tiro con la balestra coloro che non sono ternani o del loro comitato o abitanti del distretto è tutti sono obbligati a giurare che le balestre con le quali gareggiano sono proprie.
Dichiarato ciò, qualora gareggino con una balestra avuta in prestito, siano squalificati, né possa essere assegnata la balestra o la faretra con le frecce ad un forestiero non abitante o a chi tiri con una balestra prestata. E la balestra ottenuta in premio così gareggiando non possa essere venduta prima di dieci anni a partire da questo, sotto la pena di 25 fiorini d’oro per chiunque contravvenga”.
L’insistenza sulla partecipazione riservata esclusivamente agli abitanti e sulla proprietà della balestra è chiaro indice della volontà della magistratura comunale di incoraggiare la cittadinanza all’esercizio delle armi e all’autodifesa in un periodo che faceva temere per l’incolumità dei confini e per i frequenti passaggi di truppe.