CONFRATERNITA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO
“La venerabile Confraternita dì San Giovanni Decollato era stata fondata il 5 Aprile 1541 col titolo “della misericordia” disponendo che ciascun confratello “dovesse portar li sacchi negri col carico che occurrendo che se condennasse alcuno per la giustizia si dovesse andare a confortare indurlo a penitenza accompagnarlo al luogo del supplizio e poi seppellirne il corpo con licenza de’ superiori“.
Ebbe come sede la chiesa di San Pietro Vecchio, fino a quando non fu costruita quella di San Giovanni Decollato in Piazza Maggiore (oggi P.zza della Repubblica).
La Confraternita aveva il privilegio di salvare ogni anno un condannato a morte dalla pena.
Si estiase con il venir meno degli scopi sociali. Il 22 Luglio 1566 a cura della Confraternita vennero gettate ìe fondamenta della chiesa che fu consacrata nel 1576 dal vescovo Bartolomeo de Luco.
Ma l’edificio non era ancora compiuto; la facciata fu completata solamente nel 1748 come ricordava la lapide apposta sulla facciata medesima. Dal 1887 al 1890 la Confraternita fece redìgere tre progetti di restauro della chiesa pericolante: il primo, dal Faustini e dal De Santis, il secondo dal Tedeschi, il terzo dal Possenti.
Allora cominciarono a farsi sentire le prime voci che volevano vedere distratta la chiesa prendendo come pretesto la pubblica incolumità, tanto che i confratelli si affrattarono a consolidare la copertura.
Ma per nuove cause e specialmente per l’infiltrazione di acque meteoriche la dominìca del I marzo 1896 una porzione d’intonaco cadde producendo contusioni ad alcuni fedeli, cosi che il Sindaco il 7 Marzo, con uno speciale decreto, fece chiudere il tempio e il 12 Ottobre 3897 si deliberò la demolizione della balaustra della facciata.
Seguirono vertenze che si trascinarono per anni, finché nel 1921 l’intero edificio venne demolito ed al suo posto fu eretto il palazzo delle Poste.
La distruzione trova le sue radici storiche nella cultura italiana di quegli anni, incline ad osannare i monumenti medievali e a considerare le testimonianze di epoche diverse come arte decaduta.
Perfino attenti studiosi locali, come il Lonzi, sollecitarono l’abbattimento della chiesa considerandola imperfetta e mal proporzionata.
Alla stessa maniera si espresse il Gradassi Luzi osservando che all’interno non vi era nessun monumento di rilievo e descrivendola come prodotto di un’arte già incline alla decadenza.