Prospicente il “Nuovo Politeama”, sulla Via Roma
Stanislao Falchi (Terni, 1854-1922) compì gli studi musicali presso la scuola comunale di musica di Terni. Socio dell’Accademia di Santa Cecilia e accademico dell’Istituto musicale di Firenze, si trasferì a Roma, dove insegnò canto corale e composizione, dal 1877 al , 1890, presso il liceo musicale annesso all’Accademia.
Nel gennaio 1902 fu nominato direttore del Santa Cecilia, incarico che mantenne fino al 1915. L’istituto conobbe, sotto la sua direzione, un periodo particolarmente fecondo, in cui venne varato un nuovo regolamento e ampliata l’attività didattica. Svolse un’attività abbastanza intensa di direzione d’orchestra, soprattutto a Roma.
Della sua discreta produzione come compositore si ricorda Lorhelia, opera romantica con un prologo e quattro atti; Giuditta, opera in quattro atti su libretto del ternano F. Mancini, che fu fatta oggetto, in occasione della ‘prima’, di un articolo piuttosto pesante da parte di Gabriele D’Annunzio; II trillo del diavolo, melodramma in tre atti, forse la sua cosa migliore, che ottenne un grande successo di pubblico alla ‘ prima ‘ al Teatro Argentina ; Giulio Cesare, ouverture; Messa da requiem, per sole voci, che venne eseguita al Pantheon, in occasione dei funerali di Vittorio Emanuele II, il 17 gennaio 1883 Portato a termine l’incarico di direttore del Santa Cecilia, malato, povero, avvilito da problemi familiari decise di ritirarsi a Terni, dove visse fino alla morte.
Per disposizione testamentaria, la Congregazione di Carità cittadina, nominata erede universale, ne curò i funerali e la sepoltura e l’Istituto Briccialdi ebbe in dono la sua biblioteca letterario-musicale.
La precedente denominazione di piazza Sant’Antonio ricordava l’esistenza dell’omonima chiesa, appartenente ai Disciplinati, che sorgeva a fianco dell’antico ospedale. Ancora ai primi del Novecento si vedevano i resti di archi ogivali, con gli stemmi dipinti della confraternita.