Figlio di Federico I, del quale il Prof. Renzo Segoloni scrive in una pubblicazione del CE.ST.RE.S. di alcuni anni fa che questo sovrano nel 1191 inviò una lettera al Podestà, al Consiglio e alla Comunità di Terni, perché mandassero armati al suo seguito in occasione del suo viaggio a Roma per ricevere dal Papa la corona imperiale. L’invito, prosegue il Prof. Segoloni – fu certamente accolto perché nello stesso anno, Pandolfo, Duca di Spoleto e Vicario imperiale, con atto legale concede “agli arcieri (milizia che diventerà magistratura col nome di “Banderari”), ai negoziatori, a tutto il popolo dei maggiori e dei minori della città il condono di multe e forti riduzioni di tasse”. Francesco Angeloni: “Del viaggio di lui verso Roma trovasi nell’archivio di Terni, la infrascritta lettera inviata da tale imperatore al podestà, consiglio e comune di essa città”. Ecco la missiva imperiale: ‘”Enrico per grazia di Dio imperatore dei romani sempre augusto. Ai diletti suoi divoti Potestà (o Magistrato) il Consiglio e la Comunità di Terni, la sua grazia e tutti i beni. Essendo noi già in procinto di dirigere il nostro cammino, coli’aiuto di Dio, verso Roma pei nostri grandi ed ardui interessi, e proponendoci di essere colà circa il giorno 15 del presente mese d’Agosto, col nostro esercito grande e vittorioso non solo per terra ma anche per mare, noi facciamo appello con fiducia alla divozione, che crediamo aver voi verso la nostra maestà, e vi preghiamo che mandiate alla nostra altezza quella comitiva di armati che potrete nel detto giorno e luogo, o almeno per allora dove saprete che noi siamo senza alcuna dilazione; e saremo per ricambiarvi coll’eyidenza delle opere l’ossequio del Vostro affetto e– della fedeltà, che avete verso di noi e’ dell’impero, e potrete sperare di conseguir da noi grazie ed onore. Dato in Pisa il primo d’Agosto il quinto del nostro regno, secondo dell’impero. Loco Sigilli A tergo Ai diletti suoi divoti il Magistrato il Consiglio il Comune di Terni ec.” Infine siamo a Federico n di Hoenstaufen, figlio di Enrico VI e nipote di Federico I Barbarossa: la già citata “Latina Gens” riporta che costui ” non si mostrò molto benigno verso la città di Terni, tanto che nel 1244, dopo aver smantellato il Castello dell’Isola che sorgeva nei pressi della Flaminia.sotto Collescipoli, l’assediò e la prese nonostante il valore dimostrato dagli abitanti nella difesa. Secondo le dotte ricerche di Luigi Lanzi (Stroncone, 1885, Terni 1930,nda), sembra che in riconoscimento di questo valore, Federico E accordasse il privilegio di innestare al gonfalone comunale la nera aquila sveva in campo d’oro”. Che fu – aggiungo io – il fregio dei Banderari, del quale si può ammirare una copia dell’atrio dell’ex Piazzo Comunale di Piazza della Repubblica. Ancora il Prof Segoloni: Anche Federico II sostò a più riprese in città: nel 1245 data in Terni ordini e spedizioni di armati contro Viterbo, quando ha in mente di occupare Roma; nel 1247 vi ricevette i rappresentanti viterbesi venuti a fare atto di sottomissione; inoltre, – conclude il Prof. Segoloni – sempre nella nostra città tenne una dieta imperiale, alla quale le città vinte e nemiche erano invitate a recarsi “ai piedi di Sua maestà Imperiale nel Parlamento di Terni”, (che dovrebbe aver avuto sede nell’ex chiesa di San Tommaso).