GIUSEPPE CIAMBORLANI
“d’Innocenzo nipote, da esso egualmente coi figliuoli allevato e nutrito, fatto alfiere del cavaliere Francesco Nappi, avuto dallo zio a proprie spese l’accompagnamento di più suoi amici, seguitò con questi il generale Gio Francesco Borghese nella guerra d’Ungheria, e mostrato si sotto Canissa, fino all’ultimo sbandamento dell’esercito assai valoroso, fu promosso dal Generale, e dopo esso da due figliuoli, l’uno dopo l’altro nella dignità succeduti, al colonnellato e capitanato rispettivamente dai soldati e milizie a piedi e a cavallo e bombardieri nella città di Ancona e suo stato, e anche al governo delle armi”.
E perchè egli ebbe nelle fazioni di Ungheria la fedele assistenza dell’alfiere T0MMASO SETTE , Ternano, dichiarollo in questa opportunità suo capitano di milizie e generale luogotenente nei narrati carichi. Aveva esso alfiere molto prima servito con tal titolo la repubblica di Venezia in Zara; sicchè volonteroso di adoperarsi là, dove la pratica della guerra si affina con l’esercizio nei pericoli; sbrigato si di Ancona, si trasferì di nuovo venturiere in Ungheria, dove dal colonnello ANASTASIO CIANCHEROTTI, allora colà capitano, provveduto d’impiego di Capitano fu trattenuto, e portatosi nel tutto da valoroso, ritornato in Italia, fu dal granduca di Toscana, dichiarato suo stipendiario in Livorno;” e intervenuto perciò nelle imprese fatte dalle galee e galeoni di quell’ Altezza, in diversi luoghi mostrò tal valore col riportarne delle ferite, che non pur meritò moltiplicato lo stipendio, ma di essere anche dichiarato capitano dell’ Infanteria, che sulla galea capitana si opponeva agl’inemici: raccogliendosi il tutto anch’oggi dalle patenti di lui.