ALLESSANDRO TOMASSONI
dalle fatiche di Francesco Angeloni ed Elia Rossi Passavanti.
1538: Infuria la guerra ….. “Si mosse l’armata di mare con unione del Papa, dell’Imperatore (Carlo V di Francia n.d.r.), e dei Veneziani contro i Turchi, e al promontorio Attico incontratili, che la Prevesa oggi vien detto, non avendo il Doria, generale dell’Imperatore,voluto combattere, seguì gravissimo disturbo nel resto dell’armata ….. , fu per un pezzo battuto il castello della Prevesa: talchè si vedeva che si sarebbe potuto pigliare, se non fossero stati chiamati i Turchi di Lepanto; i quali sovraggiunti con grossa banda di cavalli e di fanti, assaltando i nostri con un terribile grido, ammazzandone e ferendone alquanti, fecero fuggire gli altri in mare fino alla centura ai battelli delle galee; quantunque ALESSANDRO da Terni, benchè gravemente ferito, sostenesse animosamente per un pezzo la furia dei Turchi”.
Sullo stesso episodio ecco Elia Rossi Passavanti: ”Nella primavera del 1538 la flotta del Barbarossa (Kair-ed-din, che i nostri chiamavano Cairedino e Ariadeno) penetrata nell’Adriatico, sostava a Prevesa. Per indecisione di Andrea d’Oria, dovuta alla politica ambigua di Carlo V che non voleva una vittoria delle armi Veneziane e Pontificie, non fu data battaglia.
Si ebbero pochi episodi bellici che contribuirono ad aumentare il prestigio della flotta turca e a deprimere quello delle flotte cristiane. In uno di questi episodi bellici rifulse il valore di Alessandro Tomassoni da Terni, comandante di fanteria ….. Questa resistenza del valoroso temano permise che le artiglierie (di cui alcuni pezzi erano stati fatti piazzare a terra, ndr) potessero essere rimesse in salvo sulle galee pontificie, che tornarono a Corfù”.In conseguenza di ciò, “iI Tomassoni da Paolo III fu nominato mastro di campo generale contro Ascanio Colonna ribellatosi alla Chiesa: ebbe incarico di smantellare Paliano e Rocca di Papa, feudi Colonnesi; fu poi mastro generale di campo del duca di Castro, Pier Luigi Farnese, figlio di Paolo m. Col Sangallo il giovane, collaborò all’ ampliamento di Nepi che fu recinto di più potenti mura e munito di baluardi e tricee”.
Ancora il Passavanti su “Lisandro da Terne”, con: “Per completare le opere di fortificazioni (di Terni, ndr), poi, il Consiglio (comunale,ndr) nell’aprile del 1554 chiamò il concittadino Alessandro Tomassoni che col Sangallo aveva presieduto alla costruzione di varie fortezze della Chiesa (compresa la Rocca Paolina di Perugia ndr), e notissimo architetto militare: ma egli non potendo presenziare, diede consigli da lontano, da Siena impegnata in grave lotta di difesa. Il TOMASSONI vi comandava, col Conte della Mirandola, 4000 fanti, 500 cavalli di Milizie Italiane: I cronisti senesi lo dicono giunto in Siena il 18 marzo 1553; pochi mesi dopo, in nome di Siena occupava Montecatini e vi si fortificava. Il 19 maggio era nuovamente a Siena” …. “Il Tomassoni restò ancora in Toscana a difesa di Siena. Poco appresso dovendosi fortificare porto d’Ercole, come luogo strategico sul mare, fu inviato là a dirigere i lavori, restò poi col presidio a guardia di quei forti. Nel 1555 la nuova fortezza fu assalita dal marchese di Marignano (oggi Melegnano, ndr), a capo di numerosi Spagnoli.
Al primo assalto, cinquecento di costoro furono messi fuori cambattimento, gli altri respinti; ma il TOMASSONI era rimasto gravemente ferito alla faccia.
Fu subito raccolto e trasportato alla galea dello Strozzi che si trovava in quelle acque per sostenere dal mare i forti. Con quella il ferito fu trasportato a Civitavecchia, di dove raggiunse Terni. Ma, giunto alla Madonna della Quercia presso Narni, morì. Il cadavere del grande uomo d’armi fu condotto in patria e accolto con grandi onori”. L’Angeloni al riguardo scrive: “Condotto fu non di meno il cadavere alla patria, dove ebbe nobile funerale con pompa militare”.